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[Introspettiva] PlayStation Portable Go N1000
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Messaggio #1 messaggio Tuesday 21 September 2010 - 21:25


I nostri più sentiti ringraziamenti vanno a Globaltecno per l'unità utilizzata nei test di questa recensione.

Il parco macchine Sony è, da un decennio a questa parte, pressochè sinonimo di videogiocare: in ogni parte del mondo, a qualsiasi persona si chieda, il nome PlayStation è sempre ed inevitabilmente associato all'idea stessa del sedersi comodamente sul proprio divano e trascorrere un'oretta tranquilla immersi nei mondi creati dalle fervide menti degli sviluppatori. Con le prime due iterazioni della sua macchina casalinga, il brand del "triangolo-quadrato-croce-cerchio" ha raggiunto traguardi secondi solo a mostri sacri del settore, un nome fra tutti GameBoy.
E forse proprio il non essere paga di quanto già ottenuto ha spinto la casa nipponica ad andare oltre, aggredendo proprio il mercato delle console da gioco portatili da sostanzialmente sempre feudo di Nintendo, che su di esso regnava sovrana anche dopo i flop disastrosi dell'era post-SNES: concentrando alta tecnologia e potenza di calcolo in 17x7,5 centimetri e dandogli l'ora conosciutissimo nome di PlayStation Portable o, in breve, PSP.

Da quel lontano 12 Dicembre 2004, davvero molta acqua è passata sotto i ponti, raccontando una storia ricca di successi per il mostro di potenza creato da Sony, ma anche di fiaschi clamorosi (i lettori converranno che alcuni "scivoloni" dei capoccia Sony sono oramai a dir poco epocali) e di una continua rincorsa a quello sfuggente Nintendo DS che di cedere lo scettro proprio non ha voglia, neanche dopo ben due restyling - Slim & Lite nel 2007, "Brite" nel 2008 - e tante funzioni aggiuntive. Pesante è stato anche lo scotto pagato per via della feroce opposizione alla scena underground mondiale, con un vero e proprio rimpiattino fra ingegneri ed hacker per bloccare/sbloccare l'accesso completo alla macchina, con in mezzo naturalmente i pirati che calpestavano scopi ed ideali di entrambe le fazioni. Non ci spingeremo oltre nel giudicare la performance del brand PlayStation, mentre vera protagonista di questo articolo sarà la terza revisione del portatile PSP, portatrice di una visione tanto classica quanto nuova del videogioco secondo Sony: parliamo ovviamente della PlayStation Portable Go, oramai giunta al suo primo compleanno e con un suo ben definito posto nel panorama videoludico.
E' stata vera gloria? Il nuovo modello di distribuzione dei contenuti esclusivamente online è davvero il futuro dell'industria o la casa nipponica ha preso una colossale sbandata? Trecentosessantacinque giorni dopo, siamo qui per offrire il nostro verdetto sul "nuovo corso" che la console ha, almeno in teoria, inaugurato. In tutto naturalmente in esclusiva per i lettori di GoPSP.it
Buona lettura!

Introduzione & Caratteristiche


La PlayStation Portable Go! è stata annunciata il 2 giugno 2009 in occasione della manifestazione losangelina dell'E3, una delle più importanti al mondo, e giustamente definita "il segreto peggio mantenuto dell'industria" per via della diligente opera di divulgazione da parte di talpe e blog online a tema. Per più di un motivo, tutti gli astanti sono rimasti notevolmente sorpresi al momento dell'annuncio, sia per la particolarissima estetica qui sopra visibile che per altri dettagli decisamente meno triviali.
Come di consueto dunque, vediamo cosa offre di preciso sul piano tecnico questa macchina, così come riportato da Sony nella documentazione fornita a giornalisti e rivenditori e qui di seguito riassunto:

CITAZIONE
  • Nome: PlayStation Portable Go!
  • Generazione: settima
  • CPU: MIPS@333Mhz
  • RAM: 64Mbytes
  • Memoria: 16 Gbyte di memoria flash interna, supporto a schede di memoria Memory Stick Micro M2
  • Schermo: singolo TFT LCD da 3,25"
  • Periferiche di input: D-Pad, pulsantiera a 8 tasti (4 face buttons, 2 dorsali, START-SELECT), analog hub
  • Batteria: 3,7v CC agli ioni di litio (LiOn), 930mAh, non rimovibile (ufficialmente)
  • Connettività: WEP, WPA, WPA2 (sia TKIP che AES), Bluetooth 2.1 con EDR, USB (connettore proprietario)

A questo, si aggiungono i consueti dati di circostanza su come la PSP Go (da ora in avanti Go) sia più piccola del 35% e più leggera del 16% rispetto alla già compatta PSP-3000, ma si suppone questo venga da sè, se si considera il particolare form factor.
Già, il design: questo spicca immediatamente fra tutti i vari tecnicismi: addio al caro vecchio mattoncino allungato, ecco una curiosa console a scorrimento, che ricorda molto da vicino cellulari e palmari piuttosto che macchine da intrattenimento, ma se Nintendo ha introdotto un design "a portacipria" col suo GBA SP, non vi è da stupirsi troppo. E dunque, probabilmente facendosi ispirare dal MyLO prodotto da Sony stessa, ecco che lo schermo occupa la metà superiore, sotto cui la pulsantiera di controllo è nascosta con ogni suo elemento accolto in infossature circolari della scocca, dettagli su cui torneremo nel corso dell'articolo.

Tornando invece al comparto tecnico, notiamo subito che i cambiamenti, proprio come nel Nintendo DSi uscito quasi un anno fa, vi è un precario equilibrio di aggiunte e rimozioni, oppure di nulla di fatto - ne sono esempio il processore e la RAM, che rimangono invariati rispetto alle altre componenti della famiglia PSP, così come il sistema di controllo che non considera le invocazioni dei giocatori e non include il tanto desiderato secondo stick analogico. A fare la loro comparsa sul portatile invece sono le possibilità di interazione con altro hardware garantite dalla radio Bluetooth, compatibile col recentissimo standard 2.1 EDR (Enhanced Data Rate) e già predisposta alla connessione con cellulari, cuffie/auricolari nonchè con la Playstation 3 e controller DualShock 3, infine una generosa memoria flash da ben sedici gigabyte che rende fruibili fin da subito le funzioni multimediali della PSP - inclusa la possibilità di salvare i propri progressi nei giochi, sia chiaro.
E adesso, le cattive notizie: memoria interna tanta, niente UMD. Ebbene si, a fare scalpore fu ed è ancora la natura completamente online della Go, che ripudia il formato tanto voluto proprio da Sony come standard per la distribuzione di "piccoli" contenuti (uno dei clamorosissimi flop di cui nell'introduzione, non diversamente dal vecchio miniDisc); ogni tipo di software andrà acquistato tramite PlayStation Network oppure appositi codici venduti in negozio da redimere tramite il menzionato servizio, essenzialmente tagliando fuori tutti coloro che ora vedranno nella loro immensa collezione di giochi solo costosi fermalibri. Altra nota dolente è la riduzione di mezzo pollice della diagonale dello schermo, ma nulla in confronto a note a nostro avviso ben più amare come la batteria non rimovibile (e di capacità inferiore, da 1200 portata a solo 930mAh) e soprattutto il nuovo connettore multifunzione: proprio come i giochi, sarà ora possibile destinare ad usi alternativi tutta la cavetteria PSP in proprio possesso, dato che andrà acquistata ex-novo per essere utilizzabile con la porta presente lungo il margine inferiore della console. E no, sin da ora non reputiamo l'accorpare insieme uscita A/V, USB e ingresso alimentazione una ragione plausibile.
A chiudere la parata delle novità il prezzo di lancio: 249,99€ nella grande distribuzione, al netto di offerte speciali di sorta. Inutile dire che i più hanno avuto un flashback di Ken Kutaragi al lancio della PS3. Il tempo ha dato loro ragione vedendo la nuova nata di Sony discendere vertiginosamente di prezzo sin sotto la soglia dei 200 bigliettoni.

Come è tradizione per le nostre recensioni ed i nostri articoli, l'approccio che utilizzeremo sarà di massimo rigore: al contrario dei testi circolanti in Rete o sulle riviste patinate, è nostra intenzione dare una visione il più possibile precisa ed accurata sulla macchina, esaminando con una dovizia di particolari vicina alla pignoleria e senza preoccuparci di essere brutalmente onesti, se necessario. Il nostro scopo è porre sotto la lente di ingrandimento ogni dettaglio, dal più triviale al più importante di modo tale che sia il lettore a formulare il proprio giudizio sulla console, non noi, sebbene terremo in attenta considerazione tutti i più recenti sviluppi e della scena hacking e del panorama mondiale dell'e-entertainment.
Per i test, adopereremo una PlayStation Portable Go! mod. N-1004 PB proveniente dal primo batch di unità consegnate sul suolo italiano e dunque pienamente considerabile una console day-one; di nuovo sottolineiamo che è compito del lettore pronunciare il giudizio finale, che in questa recensione non verrà fornito.

Ma ora, andiamo a cominciare.


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Messaggio #2 messaggio Tuesday 21 September 2010 - 21:26
Carica e Prima Accensione


Molto bene, possiamo ora procedere con le operazioni necessarie a mettere in funziona la nostra PSP Go. Naturalmente, c'è ben poco da fare senza energia, quindi la nostra prima preoccupazione sarà caricare la batteria; come abbiamo brevemente accennato nel paragrafo sopra e come mostrato nella documentazione fotografica gentilmente concessaci da IfixIt, la LIP1412 ha una capacità di 930mAh con un voltaggio in uscita di 3,7 volt (contro i 1.200mAh per 3,6V erogati dal Battery Pack in dotazione standard con la serie 3000) e non è rimpiazzabile dall'utente in nessun modo, ovviamente una misura contro l'andazzo degli hack tramite Service Mode grazie alle batterie "Pandora". Il dettaglio più interessante viene certamente dal fatto che l'impossibilità di cambiare agilmente l'unità di alimentazione (il tecnico sarebbe costretto a rimuovere il sigillo di garanzia senza invalidarla, sostituire con una batteria di servizio, effettuare le operazioni necessarie, ritornare sui propri passi) è possibile desumere che Sony abbia optato per un diverso meccanismo d'accesso al Service Mode, probabilmente unicamente basato su Memory Stick e controllo del seriale batteria - ipotesi comunque senza prova concreta. La mancanza del lettore UMD è certamente un vantaggio in termini di longevità, ma ammettiamo che ci manca la possibilità di poter semplicemente aprire la cover e infilare nel vano una batteria di riserva e/o potenziata, senza contare che il guadagno sarebbe stato maggiore mantenendo la capacità originaria; particolarmente fastidiosa però è l'impossibilità per l'utente di agire in maniera tempestiva a cali di efficienza, cosa che richiede anche ad altri apparecchi l'invio ad un centro assistenza (si veda Apple), ma dubitiamo la rete Sony sia capillare e/o efficiente a sufficienza per garantire tempestive sostituzioni, specialmente se la console avrà successo..


Sono disponibili due opzioni di ricarica: la prima è quella più ovvia, tramite presa a muro e alimentatore AC da noi esaminato in precedenza, mentre in viaggio si potrà optare per l'alimentazione via USB, sempre e soltanto impiegando il cavetto in dotazione con la console; nelle immagini soprastanti, è possibile osservare l'accrocchio completo. I vantaggi sono assolutamente tangibili, basti pensare ad esempio alla necessità di trovare adattatori per diversi tipi di prese a muro, o convertitori di tensione in caso di console import o viaggio in Paesi come il Giappone (i possessori di macchine Nintendo importate dall'oriente avranno ben noto il frankensteiniano ammasso di convertitori ed adattatori necessario!); certo, avremmo preferito un ulteriore margine di sicurezza dato da un comune connettore miniB, ma di questo abbiamo già ampiamente parlato prima.
Sorprendentemente, i tempi forniti dal manuale d'istruzioni sono accurati: abbiamo riscontrato una discrepanza davvero minima nei nostri test, che hanno dato i seguenti risultati.
  • Carica (AC): 2h 32m
  • Carica (USB): 2h 51m
  • Scarica (LCD liv.3): 3h 19m circa
Si consideri ovviamente che la console era spenta e che le cifre qui riportate fanno riferimento alla seconda procedura di ricarica, avendo cautelativamente lasciato per sette ore che la batteria rimanesse collegata alla fonte d'energia durante il primo ciclo. Come già rapidamente evidenziato, la spia POWER si accenderà di arancione, per poi spegnersi al termine - ovviamente, ciò si riferisce al raggiungimento della corrente di 930mAh, ma non fornisce indicazione alcuna sullo stato effettivo del battery pack. Naturalmente, è possibile utilizzare la PSP Go anche se collegata ed in ricarica, usufruendo persino del quarto livello di luminosità dello schermo o, se in USB, trasferendo file tramite Media Go.
Il tempo di scarica è fornito qui in maniera del tutto indicativa e come termine di raffronto: si basa comunque su un uso intensivo ma NON continuativo, pertanto è necessario adattarlo sia al livello di luminosità dello schermo che al tipo di sessione ed allo stato della batteria in sè.

Non vi è null'altro sull'argomento che vada puntualizzato: attendiamo con pazienza e con una bibita in mano che la spia si spenga, dopodichè senza indugio andiamo ad accendere la console.








Nel momento in cui andiamo a dar energia alla macchina per la prima volta, saremo accolti dalle alquanto tristi schermate grigie di configurazione, in cui la Go ci richiederà l'inserimento dei dati poi necessari sia al suo funzionamento che alla personalizzazione. Per prima cosa, verrà richiesto di scegliere la lingua del sistema (naturalmente, fra le scelte è presente il nostro beneamato idioma), seguita da data ed ora corrente: si prosegue con la scelta del proprio nickname, che potrà essere benissimo differente da quello che sceglieremo in seguito per il nostro account PlayStation Network™, nonchè della propria data di nascita; infine, sarà possibile infine configurare la propria connessione wireless, processo che andiamo qui a dettagliare (si noti che è sempre possibile effettuare la procedura in un secondo momento semplicemente scegliendo Impostazioni di Rete dalla XMB oppure durante l'iscrizione al PlayStation Network™):






  • Si scelga fra la modalità Ad Hoc (utilizzata primariamente per connessione ad un computer opportunamente configurato) oppure Infrastruttura (relativa ai più comuni access point/router/adattatori WiFi USB). Proseguiremo proprio con quest'ultima, in quanto non vediamo motivazioni tangibili per andare ad utilizzare la prima opzione, salvo casi particolari in cui è sufficiente consultare la documentazione del proprio sistema operativo.
  • Selezionata "Nuova Connessione", si potrà proseguire o lasciando che la PSP scandisca automaticamente i canali WiFi alla ricerca di reti attive (che consigliamo), o inserendo manualmente le informazioni oppure ancora tramite connessione automatica tramite PIN, davvero utile in caso di apparecchiature di rete di recente costruzione e per cui invitiamo a far riferimento alla documentazione del proprio router/AP
  • Scelta la rete dopo rilevazione, la PSP provvederà ad ottenere un indirizzo IP dal server DHCP e richiederà l'introduzione della chiave di cifratura, dopodichè il processo sarà terminato
Ovviamente, si tenga presente che in caso di situazioni inusuali o arrangiamenti di sicurezza decisi dal proprietario della rete, sarà necessario passare ai sistemi di configurazione avanzati, ad esempio inserendo manualmente l'IP da assegnare alla macchina ed inserendone il MAC nella lista dei dispositivi abilitati - operazioni ben note ad un utente esperto e che dunque non esploreremo oltre.

A tutto dire, il wizard risulta essere lievemente meno organico di quello presente sulle console rivali, oramai colmato il divario d'opzioni e protocolli di sicurezza, tuttavia rimane sempre completo ed esaustivo nel guidare l'utilizzatore, complice la struttura sequenziale; di certo, avremmo preferito un qualche metodo alternativo di inserimento delle lunghe stringhe di numeri e lettere di cui spesso si compongono chiavi di protezione ed indirizzi assortiti, ma pretendere l'XT9 è effettivamente troppo.

Completata la nostra procedura di configurazione, riavviamo la console e prepariamoci a prendere in esame con cura l'interfaccia utente: la XMB.


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