[Introspettiva] PlayStation Portable Go N1000 |
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Messaggi: 755 Iscritto il: Mon 24 August 2009 - 15:38 Utente Nr.: 2 ![]() Feedback: 0 (0%) ![]() |
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#1
![]() ![]() I nostri più sentiti ringraziamenti vanno a Globaltecno per l'unità utilizzata nei test di questa recensione. Il parco macchine Sony è, da un decennio a questa parte, pressochè sinonimo di videogiocare: in ogni parte del mondo, a qualsiasi persona si chieda, il nome PlayStation è sempre ed inevitabilmente associato all'idea stessa del sedersi comodamente sul proprio divano e trascorrere un'oretta tranquilla immersi nei mondi creati dalle fervide menti degli sviluppatori. Con le prime due iterazioni della sua macchina casalinga, il brand del "triangolo-quadrato-croce-cerchio" ha raggiunto traguardi secondi solo a mostri sacri del settore, un nome fra tutti GameBoy. E forse proprio il non essere paga di quanto già ottenuto ha spinto la casa nipponica ad andare oltre, aggredendo proprio il mercato delle console da gioco portatili da sostanzialmente sempre feudo di Nintendo, che su di esso regnava sovrana anche dopo i flop disastrosi dell'era post-SNES: concentrando alta tecnologia e potenza di calcolo in 17x7,5 centimetri e dandogli l'ora conosciutissimo nome di PlayStation Portable o, in breve, PSP. Da quel lontano 12 Dicembre 2004, davvero molta acqua è passata sotto i ponti, raccontando una storia ricca di successi per il mostro di potenza creato da Sony, ma anche di fiaschi clamorosi (i lettori converranno che alcuni "scivoloni" dei capoccia Sony sono oramai a dir poco epocali) e di una continua rincorsa a quello sfuggente Nintendo DS che di cedere lo scettro proprio non ha voglia, neanche dopo ben due restyling - Slim & Lite nel 2007, "Brite" nel 2008 - e tante funzioni aggiuntive. Pesante è stato anche lo scotto pagato per via della feroce opposizione alla scena underground mondiale, con un vero e proprio rimpiattino fra ingegneri ed hacker per bloccare/sbloccare l'accesso completo alla macchina, con in mezzo naturalmente i pirati che calpestavano scopi ed ideali di entrambe le fazioni. Non ci spingeremo oltre nel giudicare la performance del brand PlayStation, mentre vera protagonista di questo articolo sarà la terza revisione del portatile PSP, portatrice di una visione tanto classica quanto nuova del videogioco secondo Sony: parliamo ovviamente della PlayStation Portable Go, oramai giunta al suo primo compleanno e con un suo ben definito posto nel panorama videoludico. E' stata vera gloria? Il nuovo modello di distribuzione dei contenuti esclusivamente online è davvero il futuro dell'industria o la casa nipponica ha preso una colossale sbandata? Trecentosessantacinque giorni dopo, siamo qui per offrire il nostro verdetto sul "nuovo corso" che la console ha, almeno in teoria, inaugurato. In tutto naturalmente in esclusiva per i lettori di GoPSP.it Buona lettura! Introduzione & Caratteristiche ![]() La PlayStation Portable Go! è stata annunciata il 2 giugno 2009 in occasione della manifestazione losangelina dell'E3, una delle più importanti al mondo, e giustamente definita "il segreto peggio mantenuto dell'industria" per via della diligente opera di divulgazione da parte di talpe e blog online a tema. Per più di un motivo, tutti gli astanti sono rimasti notevolmente sorpresi al momento dell'annuncio, sia per la particolarissima estetica qui sopra visibile che per altri dettagli decisamente meno triviali. Come di consueto dunque, vediamo cosa offre di preciso sul piano tecnico questa macchina, così come riportato da Sony nella documentazione fornita a giornalisti e rivenditori e qui di seguito riassunto: CITAZIONE
A questo, si aggiungono i consueti dati di circostanza su come la PSP Go (da ora in avanti Go) sia più piccola del 35% e più leggera del 16% rispetto alla già compatta PSP-3000, ma si suppone questo venga da sè, se si considera il particolare form factor. Già, il design: questo spicca immediatamente fra tutti i vari tecnicismi: addio al caro vecchio mattoncino allungato, ecco una curiosa console a scorrimento, che ricorda molto da vicino cellulari e palmari piuttosto che macchine da intrattenimento, ma se Nintendo ha introdotto un design "a portacipria" col suo GBA SP, non vi è da stupirsi troppo. E dunque, probabilmente facendosi ispirare dal MyLO prodotto da Sony stessa, ecco che lo schermo occupa la metà superiore, sotto cui la pulsantiera di controllo è nascosta con ogni suo elemento accolto in infossature circolari della scocca, dettagli su cui torneremo nel corso dell'articolo. Tornando invece al comparto tecnico, notiamo subito che i cambiamenti, proprio come nel Nintendo DSi uscito quasi un anno fa, vi è un precario equilibrio di aggiunte e rimozioni, oppure di nulla di fatto - ne sono esempio il processore e la RAM, che rimangono invariati rispetto alle altre componenti della famiglia PSP, così come il sistema di controllo che non considera le invocazioni dei giocatori e non include il tanto desiderato secondo stick analogico. A fare la loro comparsa sul portatile invece sono le possibilità di interazione con altro hardware garantite dalla radio Bluetooth, compatibile col recentissimo standard 2.1 EDR (Enhanced Data Rate) e già predisposta alla connessione con cellulari, cuffie/auricolari nonchè con la Playstation 3 e controller DualShock 3, infine una generosa memoria flash da ben sedici gigabyte che rende fruibili fin da subito le funzioni multimediali della PSP - inclusa la possibilità di salvare i propri progressi nei giochi, sia chiaro. E adesso, le cattive notizie: memoria interna tanta, niente UMD. Ebbene si, a fare scalpore fu ed è ancora la natura completamente online della Go, che ripudia il formato tanto voluto proprio da Sony come standard per la distribuzione di "piccoli" contenuti (uno dei clamorosissimi flop di cui nell'introduzione, non diversamente dal vecchio miniDisc); ogni tipo di software andrà acquistato tramite PlayStation Network oppure appositi codici venduti in negozio da redimere tramite il menzionato servizio, essenzialmente tagliando fuori tutti coloro che ora vedranno nella loro immensa collezione di giochi solo costosi fermalibri. Altra nota dolente è la riduzione di mezzo pollice della diagonale dello schermo, ma nulla in confronto a note a nostro avviso ben più amare come la batteria non rimovibile (e di capacità inferiore, da 1200 portata a solo 930mAh) e soprattutto il nuovo connettore multifunzione: proprio come i giochi, sarà ora possibile destinare ad usi alternativi tutta la cavetteria PSP in proprio possesso, dato che andrà acquistata ex-novo per essere utilizzabile con la porta presente lungo il margine inferiore della console. E no, sin da ora non reputiamo l'accorpare insieme uscita A/V, USB e ingresso alimentazione una ragione plausibile. A chiudere la parata delle novità il prezzo di lancio: 249,99€ nella grande distribuzione, al netto di offerte speciali di sorta. Inutile dire che i più hanno avuto un flashback di Ken Kutaragi al lancio della PS3. Il tempo ha dato loro ragione vedendo la nuova nata di Sony discendere vertiginosamente di prezzo sin sotto la soglia dei 200 bigliettoni. Come è tradizione per le nostre recensioni ed i nostri articoli, l'approccio che utilizzeremo sarà di massimo rigore: al contrario dei testi circolanti in Rete o sulle riviste patinate, è nostra intenzione dare una visione il più possibile precisa ed accurata sulla macchina, esaminando con una dovizia di particolari vicina alla pignoleria e senza preoccuparci di essere brutalmente onesti, se necessario. Il nostro scopo è porre sotto la lente di ingrandimento ogni dettaglio, dal più triviale al più importante di modo tale che sia il lettore a formulare il proprio giudizio sulla console, non noi, sebbene terremo in attenta considerazione tutti i più recenti sviluppi e della scena hacking e del panorama mondiale dell'e-entertainment. Per i test, adopereremo una PlayStation Portable Go! mod. N-1004 PB proveniente dal primo batch di unità consegnate sul suolo italiano e dunque pienamente considerabile una console day-one; di nuovo sottolineiamo che è compito del lettore pronunciare il giudizio finale, che in questa recensione non verrà fornito. Ma ora, andiamo a cominciare. -------------------- Just keep tryin' Keep on flyin' I will be the light... - from Last Exile: Cloud Age Symphony - Togisumasareta tsume wo hate ima kagayaku tame ni sono kiba wo muke... Shiren wa norikoerarenai hito ni osoikakari wa shinai! - from Megaman X8: Wild Fang - ![]() Se il mio PSN-ID è vuoto, non supponete io sia un nintendaro. Il MegaDrive continua a rullare. ![]() ![]() Pensieri sparsi su tutto e tutti, DS compreso - The SoulForge ![]() |
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#2
![]() Date le sue speciali premesse, utilizzare la PSP Go è decisamente qualcosa di differente rispetto a quanto siamo stati abituati a vedere sino ad ora: in particolare, iniziamo questa parte della discussione dal sistema di Digital Delivery che costituisce il cuore della "experience" proposta da Sony. Il primo passo è, senza alcuna ombra di dubbio, procedere con l'iscrizione al Playstation Network, servizio online a marchio Sony decisamente completo e curato nonchè in continua evoluzione, non ultima l'aggiunta del servizio Plus. Il processo di acquisto e download dei giochi è estremamente semplice, potendo contare su un sistema di fondi sia "fisico" (collegando al propio account i dettagli della propria carta di credito - la Postepay è assolutamente perfetta) oppure sulle comode Playstation Card, schede prepagate non dissimili dalle ricariche telefoniche vendute in ogni negozio specializzato in tagli da 20€ e 50€; particolarmente piacevole inoltre scoprire come, sebbene i prezzi di titoli day one non si discostino molto da quelli applicati ai giochi UMD, il Playstation Store sia continuamente vivacizzato da offerte assolutamente irripetibili. La piattaforma di digital delivery è raggiungibile sia da PSP che da PS3 e da PC tramite il già citato software Media Go, a sua volta fondamentale se si vuole utilizzare la nuovissima tecnologia SensMe già descritta; il vantaggio dell'utilizzo da console è la possibilità di abilitare in automatico la macchina ai contenuti scaricati (ricordiamo che è possibile installare software su un massimo di quattro console Playstation Portable, ogni licenza incrementale disabiliterà la più "anziana"), tuttavia i nostri test hanno dimostrato come il PC la faccia da padrone per la fruizione dei contenuti PSN. Abbiamo scaricato ed installato sulla nostra console Gran Turismo, celeberrimo titolo di Polyphony rivisitato in chiave portatile: il download di 1Gbyte ha impiegato un'ora e mezza a completare il download direttamente dalla XMB della nostra PSP Go, mentre soltanto venti minuti utilizzando Media Go ed ovviamente una buona connessione ADSL: a ciò si somma un tempo standard di trenta minuti per la validazione del contenuto e la sua installazione su memoria interna della console. Alla fine dell'esperienza, ci troviamo onestamente in bilico sul parere da dare: i server Sony si sono comportati in maniera ineccepibile, garantendo un browsing veloce e consistente delle molte categorie a disposizione, coprenti dalle demo ai contenuti aggiuntivi sinanche ai giochi completi (non limitatamente alla PSP) e persino film, ognuno con chiaramente indicato livello necessario di protezione genitori, prezzo, features e quanto ancora necessario ad una perfetta fruzione - nonchè ad uno shopping consapevole, dato che pare non essere più d'uso comune giocare alle demo, supponiamo complice il dilagare dei Custom Firmware. E' sconsigliato affidarsi alla PSP per i download, dati i tempi e lo stress a cui viene sottoposto l'hardware, ma su PS3 e PC il processo è semplice, veloce, efficace: alla fine basterà connettere la console per trasferire il contenuto acquistato con estrema facilità, il tutto senza star dietro a code nei negozi, eventuali partite difettose o bug nel software di gioco (essendo possibile per Sony aggiornare i contenuti, oltre alla già presente funzione di update da XMB). Cosa non ci ha convinto? In verità poco: da un lato abbiamo il puritanesimo del non desiderare un mero file su Memory Stick al posto di custodia e libretto, dall'altro come non solo alcuni titoli - clamoroso il caso di Kingdom Hearts Birth by Sleep - non siano presenti su PS Store, ma ciò annienta di fatto il mercato dell'usato: si è alla mercè delle decisioni economiche delle software houses, o di Sony stessa. Prima di passare oltre, precisiamo però che il PSN è una risorsa condivisibile anche dagli altri modelli della linea Playstation Portable, punto da tenere in considerazione nella valutazione di un acquisto. Piccola e compatta, e si vede. Disegnata con in mente le piccole sbavanture della 3004, e si vede. Sebbene non ci siano upgrade hardware la trasizione da console spenta/standby è comoda e veloce: basta estrarre la piccola Sony dalla tasca dei jeans e far scattare verso l'alto il pannello visore per ritrovarsi in non oltre otto secondi fra le familiari onde della XMB, che beneficia enormemente dal passaggio supporto ottico->memoria FLASH (ma anche in caso si scelga di equipaggiare le performanti Memory Stick M2): all'ottima interfaccia grafica si unisce una fluidissima transizione fra i contenuti memorizzati, gestibili con grande semplicità tramite il menù richiamabile con Triangolo; i possessori delle precedenti varianti si troveranno a casa fra le varie opzioni, categorizzazione compresa, tuttavia rimarranno certamente compiaciuti di quanto rapidamente si possa passare da Wipeout Pulse a Resistance Retribution senza perdersi in cambi disco, tempi di caricamento ed il temutissimo "pallino pulsante ad libitum" che tante volte indica la prossima dipartita del lettore UMD. Una volta selezionato il nostro gioco, il classico gameboot di casa Sony allieterà i nostri schermi per i consueti dieci secondi di noia mortale, mentre appena una manciata di secondi costituiranno l'attesa una volta correttamente avviati i software di gioco - due scatti della lancetta sono stati sufficienti per veder apparire sullo schermo le prime immagini di Dissidia: Final Fantasy. Ma andiamo ora a descrivere come di consueto le nostre impressioni per ogni singolo aspetto di questa piccola console. Display Ah, finalmente ci siamo, salvo punire l'ideatore del mezzo pollice in meno possiamo affermare con soddisfazione che le imprecazioni dell'utenza post-3004 hanno rimesso con i piedi per terra i progettisti di Sony. Lo schermo montato sulla PSP Go si dimostra realizzato con cura ed attenzione, a livelli forse poco inferiori rispetto ai blasonati Super LCD di attuale generazione, con un pannello dai colori brillanti e dai neri sorprendentemente profondi per essere, in fin dei conti, montato su una console portatile prodotta dalla "nuova" Sony - come gli utilizzatori dei Vaio ben sapranno. Abbiamo già citato le scanlines, croce della serie di punta attuale e argomento di dibattito fra i giocatori che hanno sborsato quanto necessario per la serie 3004; i nostri test non hanno evidenziato tale problema, sebbene rimanga una problematica che alcuni giocatori continuano a lamentare sporadicamente, ma possiamo confermare che nemmeno i momenti più concitati di Logan's Shadow hanno colto il pannello alla sprovvista, che mantiene inoltre un angolo visuale assolutamente eccellente, difficilmente pareggiabile da qualsiasi altra rivale, eccezion fatta ovviamente per eventuali LED/OLED, più una rarità che altro. Non c'è che dire, la famiglia PSP abitua bene sotto questo aspetto, vista anche la vocazione multimediale, tuttavia troviamo lievemente dubbia la posizione "esposta" dello schermo, ora nemmeno separato dal piano d'appoggio/attrito dalla pulsantiera, cosa che spesso, nell'utilizzo o nel trasporto, impone attenzione nel non appoggiarla schermo contro il tavolo o, peggio, contro il denim degli immancabili jeans; ciò ovviamente senza contare l'incavatura perimetriale descritta prima, un vero nido di polvere. Ciò non toglie, però, che solo quel mezzo pollice disperso impedisce a questo schermo di essere, a tutti gli effetti, il migliore impiegato nella produzione della console di casa Sony, senza nessun'ombra di dubbio (salvo, forse, per i puristi dei pannelli Sharp montati sulle PSP 1000 di terra nipponica). Audio Se è vero che difficilmente la PSP potrà mai restituirci il sinfonico rumore di un V8 Ferrari, se è vero che troviamo ancora inspiegabile lo sbandierare la dicitura Dolby Digital quando si parla della semplice codifica Pro Logic, è altresì vero che il processo di miniaturizzazione non intacca - troppo - la PSP Go, che anzi ne esce a testa accettabilmente alta. Come di consueto abbiamo due minuscoli speaker posti a ciascun lato dello schermo, speaker rimasti assolutamente invariati (dimensione a parte) rispetto alla serie 3000. A nostro avviso, non vi sono differenze in qualità e volume: ci troviamo di fronte ad un sottosistema audio perfettamente equivalente, salvo forse un volume massimo lievemente più basso, anche se l'impressione è puramente soggettiva. Diverso il discorso "qualità", che ci si rivolga ai giochi o all'ottima multimedialità offerta via XMB: non possiamo nè vogliamo aspettarci un risultato al pari con Bang & Olufsen, Bose o Dynaudio, ma nulla è stato fatto da Sony per migliorare l'impatto del sistema, che rimane al pari con un vivavoce da cellulare di fascia alta e ben al di sotto di soluzioni dedicate come, ad esempio, adottate da Samsung, specialmente arrivando a volumi più alti dove, inevitabilmente, le frequenze tendono ad un certo overlap con perdita dei più fini dettagli audio o di tracce che presuppongono un volume inferiore o una più accurata resa, ovviamente impossibile da ottenere. Non si fraintenda, la resa complessiva è accettabilissima e godibile, ma inutile cercare di far passare lucciole per lanterne agli audiofili, che si dovranno rivolgere a cuffie Bluetooth e non per ottenere un suono pieno e soddisfacente, lasciando alle casse il compito di appagare l'udito mentre ogni altro senso è impegnato nell'azione di gioco. Oh, naturalmente non dimentichiamo la simpatica aggiunta, già esaminata, dell'equalizzatore interno della console: funzionale, intrigante, ma in fin dei conti perfettamente inutile, se ci è permesso esser brutali. Connettività E' piuttosto curioso dover aggiungere anche questo capitolo alla recensione, considerando come, a conti fatti, ciò che ad una console portatile da gioco serve effettivamente è una piccola scheda WiFi per poter accedere sia al multiplayer in locale, cortesia della connessione ad-hoc mutuata dai PC, sia al più vasto mondo di Internet tramite hotspot pubblico o privato. In verità la PSP ha sempre lievemente sofferto sotto questo punto rispetto alle dirette avversarie - e si, stiamo parlando di Nintendo, supportando all'uscita meramente il gioco in locale e soltanto in seguito dapprima il gioco online in titoli come Socom ed infine l'ultimissimo sviluppo con Ad Hoc Party, consentendo l'utilizzo di una PS3 per l'emulazione di una connesione in locale. Dobbiamo purtroppo deludere constatando come l'adattatore di rete impegnato non aggiunge nulla di più di quanto già visto, confermando il supporto degli standard b e g ma non adottando nemmeno uno dei vari "draft" del recentissimo - e performante - standard n; i nostri test mostrano tuttavia un segnale decisamente stabile, in linea con la componentistica già impiegata per i modelli classici, di cui eredita buona resa complessiva. Ottima anche l'integrazione con PS3, anche questa da aspettarsi, sia con il sopracitato AHP che con funzioni già esistenti come il Remote Play. Ad intrigare è la presenza della radio Bluetooth: auricolari e cuffie wireless, ottimo! Pad PS3... no, questo è decisamente atipico. Se dunque volete qualcosa di più della piccola pulsantiera della Go, perchè non usare il vostro Dualshock 3 o Sixaxis, che ora giace sulla vostra PS3? Grazie al protocollo di comunicazione BT, basterà chiudere il pannello visore per godersi i propri titoli preferiti col decisamente più comodo manettino di casa Sony. Ma, come prevedibile, non è tutto oro quel che luccica ed i progettisti nipponici non hanno fatto i conti con la mancanza di una modalità scoperta dei due controller, la stessa che tutti noi utilizziamo per la connessione di due cellulari, o di un auricolare, o di qualsiasi altra cosa. Le conseguenze? Che sia la PSP Go che il pad devono obbligatoriamente essere connessi ad un sistema PS3 per il primo pairing, oppure per cambiare controller accoppiato, pena l'impossibilità di sfruttare questa funzione, scelta obbligata ma vicina al ridicolo se si pensa a chi non possiede la console casalinga in questione. Ad ogni modo, la procedura è la seguente:
Il vantaggio principale di ciò è dato dalla possibilità di azzerare buona parte dei problemi di ergonomia di cui la PSP Go potrebbe (rimandiamo il lettore al paragrafo specifico) soffrire tramite uso del sempreverde manettino a marchio Playstation; ovviamente, ci si dimentichi amenità quali la personalizzazione dei pulsanti, il rumble o il tanto agognato secondo stick analogico... Ma ciò non è certo la fine: data la natura strettamente "connessa" della console, è ora possibile sfruttare, come agli albori di questa tecnologia, un cellulare accoppiato via Bluetooth come modem, potendo così accedere in piena mobilità al PSN ed ovviamente allo Store, azzerando il rischio di rimanere a secco di software Playstation anche nel più remoto angolo del globo. Come fare? Semplice, è sufficiente innanzitutto effettuare il pairing di telefono e console tramite il già citato menù "Gestisci dispositivi Bluetooth", proseguendo come per qualsiasi altra procedura analoga (inserimento del passcode compreso) ed in ultimo verificare che il nostro cellulare figuri nella lista dispositivi. A questo punto, fra le opzioni di configurazione WLAN pertinenti la modalità infrastruttura, sarà sufficiente scegliere di impostare un modem Bluetooth, fornire i dati di connessione del proprio fornitore (o tentare col recupero automatico da telefono, o ancora col codice *99#), lasciare il resto in default e si sarà online in un batter d'occhio. Le prove sono state effettuate con una varietà di telefoni cellulari, dai più vetusti Nokia 6600 ad un recentissimo Samsung Omnia II, ottenendo una connessione stabile ponendo i due device fianco a fianco, utilizzando con profitto il browser internet ed accedendo al Playstation Network. Ma dov'è l'inghippo? Naturalmente nella catastrofica rete cellulare nostrana: se i giocatori d'oltreoceano possono contare su una media di 100kb/s in quanto a velocità, qui tutto sarà legato alla vostra locazione ed alla presenza di un segnale ad alte prestazioni, nello specifico il 3G o, ancor meglio, HSDPA/HSUPA. I test condotti con i cellulari GPRS hanno ovviamente reso praticamente impossibile la fruizione di contenuti avanzati (leggasi, Store) e finanche del normale browsing, mentre molto più incoraggianti i test sotto copertura 3G e con PDA dotati delle tecnologie sopracitate, sebbene sconsigliamo al lettore di effettuare un redownload di Peace Walker in simili condizioni, per i motivi di cui oltre e, naturalmente, onde evitare di incorrere in bollette decisamente salate; ci si ricordi infatti che un piano dati di tipo flat è pressochè necessario per avvantaggiarsi di questa possibilità offerta dalla console, pena appunto notevoli esborsi economici. Come valutare il Bluetooth su una PSP? A giudicare dal divertimento avuto giocando con Gran Turismo, diremmo abbastanza positivamente, potendo contare su una funzione a prima vista inutile, ma ad un secondo esame abbastanza comoda se si ha con sè un Dualshock 3/Sixaxis ed un cavetto USB; analogamente, e presupponendo la già menzionata tariffazione flat, molto comodo poter sfruttare il proprio cellulare per mantenere la Go connessa e pienamente operativa anche in situazioni in cui una connessione WLAN libera o di proprietà non è disponibile, fosse anche solo per il download di un Minis. Di nuovo, Sony ha però fatto i conti senza l'oste, che in questo caso porta il nome di "batteria": sommando al normale dispendio energetico anche quello della radio BT, sembra già abbastanza evidente come vedrete l'indicatore batteria calare molto rapidamente, rendendo queste chicche sostanzialmente parole sul manuale se non si è nei pressi di una fonte enercetica, presa USB o presa a muro che sia. Se escludiamo questo piccolo, fondamentale dettaglio, reputiamo comunque le possibilità aggiuntive di cui la Go è dotata un plus utile, forse ad una ristretta cerchia, ma certamente utile, fermo restando ovviamente come sia possibile aggiungere a ciò l'ascolto in cuffia senza fili, decisamente più alla portata dell'utente medio. Ovviamente, sempre occhio alla batteria. Ergonomia Le press release di Sony sono sempre state un tripudio di dati tecnici sbandierati a gran voce, non poteva certo mancare l'accento sulle dimensioni ancor più ridotte della Go rispetto alla già elegante 3004 Brite, ed in effetti ci troviamo di fronte ad un vero gioiellino in termini di compattezza. Abbiamo già descritto la console, ma i nostri test hanno dimostrato in maniera evidente quanto più comodo sia portarsi appresso il mattoncino Go piuttosto che le revisioni precedenti: immaginiamo il DS Lite e il Sidekick abbiano insegnato molto a Sony sotto questo punto di vista. Se estrarre e riporre dalla tasca o da un lanyard la console non è un problema, tale comodità si estende anche all'utilizzo gaming? In tutta onestà, reputiamo che l'eccessiva miniaturizzazione abbia nuociuto non poco alla Go. Andando con ordine, la prima cosa che si avverte è la mancanza di bilanciamento fra le due metà del meccanismo a slide: la batteria e la scheda madre poste inferiormente a poco servono per garantire equilibrio quando superiormente è presente il peso di speakers, schermo ed ovviamente gli elementi in metallo necessari all'infrastruttura, composta invece da plastica inferiormente. E' inoltre presente una lieve vibrazione causata dal meccanismo di slide, assolutamente normale ed attesa ma comunque da aggiungersi alla necessità di compensare lo squilibrio sino a qui descritto. Alla presa, la console risulta si comoda se le vostre dita non sono esageratamente grandi, tuttavia nemmeno i giocatori dalle mani particolarmente affusolate potranno evitare quel fastidioso senso di avere tra le mani non una console da gioco, bensì una sfoglia o un cracker. Francamente, la metà inferiore è troppo leggera e sottile per poter assicurare una presa stabile e confortevole, trasmettendo una costante sensazione di fragilità e necessitando di un supporto supplementare che noi abbiamo fornito spostando parte della forza sugli indici appoggiati ai tasti dorsali, a loro volta facentisi carico del peso del pannello visore; ci preoccupa anche il meccanismo dello slide, solido si ma comunque intrinsecamente fragile dopo scatti ripetuti, senza contare che non sono stati progettati attenuatori dello scatto della console, che si apre e si chiude con sonori click. Ma lo scotto più alto lo paga sicuramente la giocabilità: abbiamo infatti ora una pulsantiera non più comodamente distribuita fra strip sotto lo schermo e aree di controllo adeguatamente distanziate; il tutto è ora ridotto all'osso con due zone molto ravvicinate ed un feeling delle pulsantiere che non ci convince affatto. Entrando nello specifico, tutti i tasti hanno subito un processo di miniaturizzazione, decrementando non solo lo spessore ma anche la corsa degli stessi: la croce direzionale di certo è anni luce avanti rispetto alla problematica variante del primo modello, riuscendo di poco a salvarsi in termini di ergonomia rispetto invece al resto del set dei controlli, risultando comunque accettabilmente comoda per l'input direzionale ma non per titoli che richiedono un controllo preciso delle diagonali, picchiaduro in testa, che risulteranno lievemente più ostici sulla macchina. Un altro dettaglio che ci lascia perplessi è l'hub analogico posto immediatamente a destra del D-Pad: necessario per il nuovo assetto, ma è realmente più comodo? I nostri test non hanno rivelato grandissime problematiche, salvo forse in titoli, come Logan's Shadow, ove il controllo ibrido o la varietà di utilizzi imposti alla croce rendono forse un tantino impacciato il passaggio da una posizione di estensione ad una di flessione del pollice, mentre sui modelli attuali è sufficiente un riposizionamento facendolo scorrere lungo la faceplate. Al lettore l'ardua sentenza, dunque. Questo "effetto sogliola" di sorta è incredibilmente evidente quando si passa alla metà destra: il feeback dei tradizionali quattro tasti è fortemente diminuito e, a dirla tutta, ben poco soddisfacente, con l'impressione o di aver appena sfiorato il controllo o di star rischiando di perforare l'intera console durante i momenti di gioco più concitati - naturalmente, sorvoliamo su Start e Select, oramai ridotti a lamine plastiche senza praticamente nessun feedback, forse in virtù del loro limitato utilizzo; scelta non troppo saggia, se Sony intende rilasciare altri Monster Hunter Portable... - senza contare che la superficie di pressione è lievemente inferiore rispetto alla serie 3000, cosa che di nuovo svantaggia i giocatori con mani più larghe, ma neanche poi di tanto: i tasti paiono più a misura di bambino che altro. Il culmine, o forse il colmo, di questa pazza corsa al contenimento delle dimensioni si raggiunge però esaminando i tasti dorsali: due strisce di plastica cromata (da singolo lato, forse per dar immagine all'utilizzatore della loro triste sorte dopo esposizione a sudore ed altri aggressivi?) dal feedback sorprendentemente più che buono ma assolutamente inadatte a sostenere il carico di lavoro che spesso gli si chiede. Il punto è infatti uno dei più critici della console: appena qualche millimetri più in basso è l'ancoraggio del meccanismo di slide, superiormente si è confinati dal pannello visore (il cui peso, come già detto, poggia sul fianco del dito indice di ciascuna mano) mentre lo spazio risicato si traduce nella necessità di utilizzare solo una frazione del polpastrello per andare ad agire sui controllo. Risultato? Dipende da voi: i più fortunati riusciranno, con una posizione relativamente naturale, ad agire perfettamente sullì'intera lunghezza del tasto, mentre altri si ritroveranno o ad usare metà della superficie oppure optare per la classica scelta di far forza sulla curva del tasto dorsale, decisamente più comoda ed efficace. Un passo indietro rispetto a quanto già visto e su questo non c'è dubbio alcuno. Insomma, come si gioca con la PSP Go? Se avete mani piccole ed affusolate e questa è la vostra prima macchina da gioco portatile, allora non avrete certo remore nell'adattare un pò posizionamento e riflessi secondo la filosofia del "tutti assieme allegramente nel raggio di quindici centimetri"; viceversa se provenite da un sano DualShock o un ancor più sano controller Super Famicom preparatevi all'impatto. E' più che altro un problema di ergonomia radicato nella "non universalità" delle spaziature e nella parsimonia di corsa dei tasti, cosa che da un lato fa sembrare alquanto strano l'intero impianto dei controlli rispetto alle varianti sia casalinghe che PSP-non-Go a chi non ha problemi di girodito, a quest'ultimi invece rende il feedback praticamente nullo. Durante le nostre sessioni di Gran Turismo, abbiamo lievemente risentito per i primi tempi del nuovo assetto, finalmente trovando dopo una mezz'ora una posizione confortevole; tuttavia, rimane ancora quella strana sensazione di non perfetto controllo sul gioco, forse un retaggio dei sonori click dei tasti? Non possiamo dare un giudizio definitivo sul tutto, dunque, ma lasciamo al lettore il compito di valutare in base al proprio stile di gioco - ed alla propria presa tattile, limitandoci a rimanere dubbiosi sulle scelte progettuali di Sony. Autonomia Un punto chiave di qualsivoglia recensione/introspettiva che si rispetti è senza ombra di dubbio l'imparzialità. E dunque per questo bocciamo senza alcun dubbio le scelte dei progettisti Sony sotto questo particolare profilo. 930mAh a fronte di una capacità di ben 1800mAh dell'indimenticabile Battery Pack opzionale sulle 1004? Una battuta di spirito decisamente poco divertente, ve lo possiamo assicurare; qualche paragrafo prima abbiamo constatato i tempi di scarica in uso non continuativo, ma ulteriori prove e raffronti includenti anche lo stato di idle e vari spegnimenti/riaccensioni hanno mostrato tutti i limiti della fonte di energia in dotazione, particolarmente penalizzata a quanto sembra anche nel power cycling (accensione/spegnimento, appunto), costringendoci in caso di sessioni intense - ma sempre compatibili con la natura "portatile" della macchina - a frequenti visite alla più vicina presa di corrente, con relativa religiosa attesa. Altro particolare da non trascurare è che, a distanza di un anno, ci pare di percepire un certo qual grado di perdita di efficienza del Battery Pack, con contrazione dell'autonomia complessiva. A questo aggiungete il fatto che la sostituzione comporta l'invio in assistenza e la proverbiale frittata è fatta. Ora, ad un'attenta analisi della macchina e della componentistica interna, ci era già apparso chiaro durante la nostra prima analisi come una batteria rimovibile fosse non solo possibile, ma anche in qualche modo prevista: allora perchè questa scelta che per Apple funzionerà pure, ma è un azzardo per praticamente chiunque altro? Se le azioni di Sony sin qui avessero ancora lasciato dubbi in alcuni lettori, la clamorosa rimozione dell'OtherOS nelle vecchie Playstation 3 dovrebbe fugarli, siamo alla solita, maniacale ossessione di Sony per la sicurezza delle proprie macchine. Vero, non possiamo dar loro torto dato l'immenso danno che i Custom Firmware hanno tristemente arrecato alla casa nipponica - è raro che l'utente finale comprenda quale il loro reale uso sia, accecato dalla prospettiva di giochi completamente gratis - ma da qui al condannare la console ad un così pesante handicap ce ne corre, senza contare che la PSP Go basa la sua esistenza sulla connessione con il Playstation Network, connessione che risulterà difficile avendo la batteria completamente scarica (si, siamo causticamente sarcastici). E dire che sarebbe bastato un approfondito controllo del firmware in congiunzione a dei nuovi trigger del Service Mode per rendere blindata la macchina... oh bella, ma la macchina è tutt'ora blindata contro l'utilizzo di software illecito! Allora a che pro tutto questo? Semplicemente a nessun pro. E allora non possiamo far altro che raccomandare o spericolate acrobazie di saldatore per provvedere alle manchevolezze di Sony, oppure un qualche amennicolo per la ricarica via USB come quelli venduti da note marche di pile in ogni ferramenta, onde evitare di finire l'energia a pochi metri dal traguardo. Letteralmente. Hacking Oramai, dopo essere giunti alla revisione n-esima dell'hardware PSP, dovrebbe essere abbastanza chiara la posizione della multinazionale nipponica nei confronti di homebrew ed affini - ferocemente ostile. La PSP Go fin dall'inizio è stata prodotta con il firmware 5.70, frutto di un'accuratissima revisione del codice effettuata da Sony prima dell'immissione sul mercato e reso celebre per aver reso nulli più di cinque exploit kernel mode in un sol colpo, nonchè con una scheda madre recante modello TA-91, poi aggiornata a TA-94 tacitamente. Ora siamo al firmware 6.31, ma cosa esattamente ci offre sotto questo profilo l'ultima nata di casa Sony? Inaspettatamente, più di quanto offrano i predecessori. Oramai è ben noto a chiunque come l'Half Byte Loader, capolavoro di wololo e m0skit0, sia più che capace di avviare homebrew con eccellenti risultati anche su tutti quei modelli di console, Go inclusa, cadute vittima dei nuovi sistemi di sicurezza Sony: tramite una falla nella gestione dei salvataggi in Patapon 2 - Demo il loader col tempo ha costantemente incrementato la propria compabilità ed il proprio parco funzioni, fino ad essere al pari con i più blasonati Custom Firmware, al netto naturalmente delle possibilità di avvio di backup. Non solo la Go non fa eccezione a questa regola, bensì un particolare exploit kernel consente di stimare le chiamate di sistema (syscalls) con notevolissima accuratezza, incremendando marcatamente la compatilbilità dell'HBL come dimostrato dai nostri test già pubblicati sul Sito e disponibili agli altri utilizzatori della macchina. La PSP Go, dopo un periodo iniziale di "sbandamento" dovuto all'immaturità del loader, si è dimostrata al pari delle altre capace di accedere al vasto parco homebrew già a disposizione delle portatili Sony: nota dolente era, ai tempi, l'implementazione dell'output audio nella maggior parte degli homebrew (legata a SDK non certo preparati alla Go!) nonchè la gestione dei file su memoria e il crash pressochè immediato qualosa si tentasse di manipolare funzioni di sistema più complesse, o caricare PRX non firmate. Ovviamente quest'ultimo problema è tutt'ora irrisolvibile, ma che ora vogliate emulare con Daedalus, giocare on Wagic o risistemare i vostri file con Game Categories non pone problemi di sorta. Naturalmente ciò non si estende ai già citati software che necessitano manipolazione delle flash, il che esclude modifiche alla XMB e, non abbiamo bisogno di dirlo, qualsiasi cosa somigli ad un CFW installer! Se da un lato la mannaia Sony è caduta sull'exploit, oramai patchato dal firmware 6.30 in su, fortunatamente nuovi se ne scoprono ogni giorno, sebbene non sempre si abbia la fortuna di trovarne in un'altra demo non patchabile e disponibile alle masse - anche il recente 6.31 è caduto sotto un bug di Everybody's Golf. Ed eccolo qua l'inghippo. Il vero punto dolente della PSP Go in salsa HBL è l'infernale meccanismo aggiornamenti-PSN: si vuol giocare? Vanno acquistati i titoli da PSN, o quantomeno vanno scaricati dal PSN se si ha l'immensa fortuna di avere fra le mani un voucher o una PSN Card specifica per il gioco in questione. Si vuol scaricare dal PSN? La console va aggiornata all'ultimo firmware disponibile, spesso rilasciato escluivamente per le sue virtù "antipirateria" (sic) e non per particolari nuove funzionalità; il discorso si ripete anche bypassando il tutto via Media Go, proprio in virtù dei requisiti di sistema minimi di ciascun gioco e finanche demo, celeberrimo sotto questo profilo MGS Peace Walker - e naturalmente qualsiasi cosa non sia una demo può essere patchata rapidissimamente da Sony ritirandola dal PSN e sottoponendola a scrutinio. Insomma, grandi potenzialità, ma ancora una volta l'uso sconsiderato a fini non esattamente leciti delle precedenti scoperte ha posto Sony sul piede di guerra, a nostro discapito. Per il momento promuoviamo comunque a pieni voti la Go, che finalmente porta il mondo homebrew a dimensioni compatibili con le nostre tasche sebbene a conti fatti non ci siano sostanziali novità, salvo forse aggiornamenti ai tool di sviluppo onde supportare il nuovo modulo Bluetooth integrato. E adesso, detto quanto andava detto, finalmente, traiamo le dovute conclusioni. -------------------- Just keep tryin' Keep on flyin' I will be the light... - from Last Exile: Cloud Age Symphony - Togisumasareta tsume wo hate ima kagayaku tame ni sono kiba wo muke... Shiren wa norikoerarenai hito ni osoikakari wa shinai! - from Megaman X8: Wild Fang - ![]() Se il mio PSN-ID è vuoto, non supponete io sia un nintendaro. Il MegaDrive continua a rullare. ![]() ![]() Pensieri sparsi su tutto e tutti, DS compreso - The SoulForge ![]() |
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