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[RECENSIONE] [PS Vita] Persona 4 Golden
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Messaggio #1 messaggio Sunday 17 March 2013 - 20:00


Doverosa premessa: questo gioco e il suo predecessore sono in assoluto i miei giochi preferiti, pertanto, in alcuni punti, questa recensione potrebbe sembrare "di parte" o quantomeno poco oggettiva, ma tenterò di fare del mio meglio per renderla il più obiettiva possibile. Compito non facile, questo, se pensate che ho dedicato oltre 100 ore di gioco a Persona 3 su ps2 e ho da poco superato (complice l'influenza) le 60 ore su questo piccolo gioiello per Vita, a mio giudizio la prima vera killer app per chi non avesse ancora giocato la versione per console casalinga del 2009.



Nel 2007 usciva Persona 3 sul suolo americano (nel 2008 per quello europeo), un gioco probabilmente non adatto a un pubblico occidentale, visti i continui riferimenti alla cultura nipponica e orientale e alla struttura di gioco non propriamente adatta al palato medio dell'europeo. Nonostante le premesse il gioco fu un successo di pubblico e critica, esaltato come migliore RPG del 2007 e come "perla rara" della console casalinga di casa Sony. Il successo portò a considerare il rilascio di una versione riveduta e corretta, P3 FES, che, oltre alla storia principale e ai dialoghi riveduti e corretti, aggiungeva decine di ore di gioco supplementari grazie a una sorta di espansione della storia: in pratica un vero e proprio capitolo a sé stante che si collocava temporalmente dopo gli eventi narrati in Persona 3. Quando il pubblico credeva di non poter ricevere di più, il 2009 sancì l'uscita di Persona 4. Questa nuova avventura prendeva tutto ciò che c'era di buono in Persona 3 e lo rendeva migliore sotto ogni aspetto, dalla giocabilità ai personaggi, dalla ambientazione al sistema di combattimento.



2012. Come per Persona 3, anche il 4 gode di una versione riveduta e corretta, un adattamento per mantenere fresca l'avventura e allettante la rigiocabilità per chi ha avuto la fortuna di giocare P4 su PS2 ma non ne ha mai avuto veramente abbastanza. La scelta cade sulla nuova console portatile Sony, visto che la sua "antenata" ha già goduto delle (ottime) versioni portatili di Persona 3 e Persona 2: Innocent Sin. Esce quindi Persona 4 Golden, un piccolo (immenso) gioiello rimasterizzato per offrire una nuova grafica, nuovi personaggi, nuovi dungeon, ma mantenere tutto ciò di buono che la serie Persona ha da offrire a chi ha voglia di dedicarle la giusta attenzione.



Chi vuole approcciarsi o ha intenzione di giocare seriamente questo titolo per la prima volta, va incontro a un problema che raramente colpisce un videogiocatore esperto: Persona è difficilmente catalogabile come genere, di fatto ne crea uno a sé stante. Se da una parte è vero che il gioco vero e proprio (quello in cui bisogna schiacciare dei tasti) ha le meccaniche inconfondibili del jRPG a turni, è altrettanto vero che buona parte del gioco non è passata a sconfiggere mostri, bensì a vivere la propria vita da studente. Il primo impatto con Persona lascia spiazzati un po' tutti: per la prima ora di gioco difficilmente si combatte, ma si segue la vita scandita dai tempi di uno studente giapponese trasferito in un nuovo paese, come da buon cliché anime. Il nostro personaggio dovrà quindi affrontare una nuova classe, nuovi compagni, nuove persone da conoscere e un nuovo paese da esplorare; e proprio come nella vita reale, il tempo è poco e va gestito bene, dando il giusto peso agli studi come alle relazioni interpersonali, dedicando tempo agli hobby come ai doveri, combattendo mostri orripilanti come allenarsi a basket nel circolo scolastico. Non esiste un vero e proprio copione in Persona, a parte i dungeon obbligatori da completare entro una determinata data, tutto il resto del tempo è utilizzabile come meglio crediamo, è possibile andare a pescare pesci che neanche Sampei, costruire modellini, uscire con la ragazza più popolare della scuola, pregare al tempio, lavorare come tutor o come fabbricatore di buste, mangiare cibo cinese pesantissimo al ristorante, seguire corsi di recitazione, andare a fare una nuotata al mare o fuori al cinema con gli amici... Insomma, praticamente tutto, per un solo, unico fine: stringere rapporti personali sempre più forti per essere ancora più forti contro i mostri dei dungeon. Ogni azione fatta in Persona ha infatti una sorta di reward che permette di avvicinarsi alla ragazza dei nostri sogni come all'amico idiota della scuola, ed il tutto avviene con una leggerezza che difficilmente troviamo negli RPG di nuova generazione, spesso gravati da una struttura di gioco troppo complessa e ripetitiva.



Tirando le somme: Persona è a metà tra un jRPG e un dating sim, ma non si colloca in nessuno dei due generi, creandone uno personale (scusate il gioco di parole), un po' come succede con Pokémon. Così come Pokémon è definibile solo come "Pokémon" anche Persona ha una definizione omonima, autoreferenziale, che è comprensibile solo da chi ha provato a dargli una chance. Il mio consiglio è: non fatevi spaventare, il gioco può sembrare "tanto" ed in effetti lo è, ma ricompensa chi ha il coraggio e la pazienza di provare un nuovo tipo di gameplay con una delle migliori esperienze videoludiche di sempre, oltre a lasciare un senso di nostalgia che solo i migliori videogiochi e film in generale sanno trasmettere.
...Ve lo avevo detto che sarebbe stato difficile non essere di parte?



Il gameplay si riassume nelle due componenti RPG e social, parto dalla prima in quanto sarà più semplice comprendere la seconda, una volta snocciolata la parte di gioco vera e propria.
In P4 esiste un mondo al di là della televisione. Avete capito bene, nel quarto capitolo della serie i personaggi combattono "dentro" la televisione, in una realtà alternativa popolata da mostri chiamati "shadows" che vivono in particolari dungeon creati dalla coscienza più recondita delle persone. Probabilmente la frase precedente non ha alcun senso per voi che state leggendo, ed è giusto così, in quanto vorrei tenervi all'oscuro il più possibile della bellissima trama di P4, vi basti sapere che si combatte in una strana dimensione che esiste tra lo schermo e il tubo catodico. Le meccaniche di combattimento per sconfiggere queste "shadows" sono quanto di più caro agli amanti dei jRPG vecchio stampo, ovvero, i turni: se dovessi paragonare lo stile, direi che ciò che si avvicina di più a persona è Golden Sun (non lo avete giocato? male.).



In P4 abbiamo la scelta non indifferente di controllare ogni personaggio singolarmente (in P3 non è possibile, al massimo si possono affidare "strategie" ai personaggi) in modo da eseguire in modo impeccabile la "nostra" strategia, scegliendo le spell da lanciare o decidendo di difendere. Il combattimento si articola su due piani principali: l'uso delle Personae (che possono essere descritte come evocazioni in grado di lanciare magie) o l'uso delle armi e degli oggetti, come da copione jRPG. Le Personae utilizzano punti vita o punti "magia" per essere evocate e scagliare incantesimi, mentre le armi non consumano nessuna delle due risorse; ciononostante ci ritroveremo quasi sempre a evocare le Personae sia per i danni maggiori che sono in grado di infliggere alle shadows che per sfruttare le debolezze elementali nemiche: ogni volta che colpiremo un nemico individuando la sua debolezza, il nemico cadrà a terra (permettendoci un attacco supplementare). Una volta che tutti i nemici saranno atterrati avremo a disposizione un attacco speciale gratuito in grado di infliggere danni ingenti. Se questo vale per le shadows, è vero anche il contario: ogni Persona in nostro possesso ha resistenze e debolezze elementali, ed è nostro compito proteggere i compagni di squadra dalle cadute o scegliere la Persona più adatta al duello. Tra tutti i personaggi, solo il protagonista ha la capacità di mantenere più di una Persona e di cambiarle durante il combattimento, gli altri componenti del gruppo avranno una singola Persona per tutta la durata del gioco, che eventualmente può evolvere se determinati requisiti sono soddisfatti nel corso dell'avventura. A fine combattimento, è possibile raccogliere i reward con un intelligente sistema a "carte" che obbliga il giocatore a pesare le scelte, prediligendo la qualità o la quantità.



I dungeon in cui vengono affrontate le shadows sono generati a caso, in stile dungeon crawler, ma a differenza degli interminabili piani di P3, qui i livelli sono più lineari e godibili senza mai cadere nella banalità e nella monotonia. Scelte intelligenti dei programmatori rendono l'esplorazione divertente e alcuni design sono particolarmente azzeccati (come il dungeon con grafica 8-bit). Ovviamente alla fine di ogni dungeon c'è l'immancabile boss: anche questi risultano impegnativi e dal design fantasioso, e soprattutto coerenti con la storia, mai fuori posto.
Potrò sembrare stringato nelle descrizioni, ma fidatevi, lo faccio per non rovinarvi l'esperienza di gioco, che va letteralmente "scoperta".
Legata indissolubilmente alla componente RPG è la parte "social" o "dating sim": ogni Persona appartiene a uno degli arcani maggiori dei Tarocchi, e ogni arcano appartiene a un personaggio nel mondo reale. La relazione con il personaggio dell'arcano del Mago, ad esempio, potenzierà sempre di più le Personae dello stesso arcano mano a mano che diventeremo più intimi con lui/lei. Le relazioni si misurano su una scala da 1 a 10 e vanno "curate" mantenendo i rapporti con il personaggio detentore dell'arcano, chiedendogli/le di uscire, invitandolo/la al cinema o alle terme o aspettando che lui/lei ci chiami o ci inviti a uscire. Ad ogni scatto nella scala di relazione corrisponderà la capacità di creare Personae sempre più potenti, fino ad arrivare alla Persona finale di ogni arcano, sbloccabile solo al raggiungimento del grado 10 di conoscenza. Sì, perchè le Personae vanno create, o meglio, fuse; chi ha giocato Kid Icarus Uprising è già pratico della dinamica delle fusioni: per creare una persona più potente è possibile fondere due o più Personae di diversi arcani per crearne una di livello superiore, il cui bonus corrisponderà in quantità alla affinità sociale con il detentore dell'arcano.
Questa, in sintesi è la parte "giocabile" di Persona 4, ma il gioco presenta molto, ma molto di più.



Anche se la ho inserita nel titolo di questo sotto-paragrafo, non ho intenzione di raccontarvi nulla sulla storia, sarebbe un torto nei confronti di chi si appresta a giocare questo titolo, in quanto la trama è uno dei punti di forza di P4. Vi basterà sapere che tutti i nostri sforzi sono concentrati nella ricerca di un killer che uccide le persone tramite il mondo al di là della TV. Punto. Non avrete altro da me, se avete voglia di spoiler, internet ne è una fonte inesauribile pinch.gif



Ciò che invece adoro in modo incondizionato di Persona è che l'intera avventura, spalmata su un intero anno solare, va avanti giorno per giorno, seguendo il cambiamento delle stagioni, dei personaggi e delle attività possibili. Se da una parte le possibilità di scegliere come passare le giornate sono virtualmente infinite, il tempo è invece, ahimé, tiranno. Le attività e i personaggi con cui stringere relazioni sono disponibili solo in determinati momenti della giornata o della settimana e spesso richiedono qualità personali (livello di cultura, di espressività, di empatia ecc.) che continueranno a tormentarci con la domanda: "cosa faccio oggi?". Infatti ad ogni attività nel mondo reale corrisponde un avanzamento in una particolare "qualità". Considerate che in tutto questo è necessario livellare e combattere nei dungeon e capirete che finire il gioco una singola volta non vi basterà per vedere tutto quello che c'è in P4. Se anche questo vi spaventa, state tranquilli: se non siete "completionists", completare il gioco una singola volta è più che soddisfacente, ma sono sicuro che, una volta visti i titoli di coda, avrete voglia di rivedere per un'altra volta i personaggi che vi hanno accompagnato per tutto il corso dell'anno. Tanta è infatti l'empatia e la curiosità nei confronti delle storie personali dei personaggi che avrete sempre voglia di sapere di più. Notevole la cura e la serietà dei temi trattati, a partire dall'identità sessuale, passando per la morte prematura di un genitore, finendo con le domande filosofiche sul "chi siamo e cosa facciamo". Non si tratta quindi solo di storie per "ragazzi": le vicende personali appassionano e tengono incollati, legando a doppio nodo i sentimenti che proviamo per i personaggi e facendoceli amare o odiare, ma mai considerare superficialmente. I 20 arcani raccolgono quindi altrettante persone o gruppi di persone, raccontandoci le loro paure e le loro gioie, scavando a fondo nell'animo dei personaggi fino a risvegliare nuove Personae o nuove abilità nel gioco e lasciando il giocatore con un senso di compimento che, a mio modesto avviso, si trova solo nei videogiochi di finissima fattura, come appunto, P4.

Qualche altra immagine:
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Con decine, se non centinaia di ore di gioco, P4G per PSVita è sicuramente, al momento, uno dei migliori giochi per questa piattaforma. Le possibilità che offre questo gioco sono difficilmente quantificabili e il sistema di gioco risulta fresco e apprezzabile da tutti gli amanti dei jRPG di ogni età. La unicità nel suo genere, affiancata alla riedizione in HD di questo titolo lo rendono un gioco must-buy, che non deve mancare nelle collezioni dei maniaci dei giochi made in Japan. La mancata traduzione in italiano e la mole di testo in inglese incredibilmente ampia può mettere in difficoltà qualche giocatore più giovane o meno avvezzo alla lingua dell'oltre manica, ma ciò non pregiudica, a mio avviso, una delle esperienze più gratificanti che si possono avere su PSVita oggi come oggi.

Pro:

+ Sistema di combattimento
+ Storia e personaggi unici
+ Una miriade di cose da fare


Contro:

- Totalmente in lingua inglese


Voto: 10

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Voto personale: +∞


Recensione scritta da Prace per Go!PSP.it.
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Messaggio modificato da Arthas il Saturday 27 September 2014 - 15:23


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